Il castello di Vezio
IIl castello di Vezio sorge su una roccia che sovrasta Varenna, a 383 metri d’altezza, ed è stato sede nella storia di grandi rivalità tra i popoli, dai Celti-Liguri ai Romani, dai Longobardi alle Signorie. Il castello però è anche un luogo circondato da flora mediterranea che domina il lago, con lo splendido panorama dal promontorio di Bellagio, alla riga comasca Un luogo di silenzio sotto il cielo in cui trascorrere del tempo, da energie al visitatore. Qui anche gli uccelli rapaci hanno trovato casa e vengono addestrati per esibirsi nell’antica arte dell’antica Falconeria.

Dai conflitti alle civiltà
L’origine del castello è sconosciuta, anche se probabilmente qui fu costruita una postazione fortificata per proteggere l’abitato di Vezio già nel V secolo a.C. In età romana Varenna fu approdo delle navi commerciali e militari che navigavano sul lago. Da Varenna passavano strade che portarono benefici commerciali alle le comunità alpine sottoposte al controllo dei romani: questa collaborazione tra popoli venne chiamata “civiltà gallo-romana”. Qui passava la “Via della Riviera” che portava da Lecco a Colico passando per Vezio. Quando i Barbari calarono dai valichi la via fu protetta da una lunga linea di postazioni difensive. In tempi successivi nacque la leggenda di Teodolinda, regina dei Longobardi, che trascorse gli ultimi anni a Perledo, paese di cui Vezio è una frazione. Fu la regina Teodolinda, spinta dalla sua fede cristiana, che decise di costruire il castello, la Chiesa di San Martino a Perledo, e l’Oratorio Sant’Antonio a Vezio

La storia più recente
Oggi la serenità del posto sembra aver cancellato il ricordo delle devastazioni inflitte al Castello. Il castello fu conteso da numerosi padroni, Franchi, Comacini, Comaschi, Chiese, da celebri Signori come i Visconti e i Torriani e dai domini francese e spagnolo. Fu sempre rimesso in piedi. Nel 1635 la famiglia Tarelli riedificò ex novo la torre; poi seguirono i passaggi di proprietà tra diverse famiglie nobili: i Dal Verme, il Conte Giulio Monti, i Serbelloni e infine i Greppi, tuttora proprietari. I Greppi hanno iniziato la ristrutturazione del castello dalla metà del secolo scorso, e così si è arrivati alla forma attuale. Dal giardino degli ulivi scende un sentiero che porta ai sotterranei: durante la guerra del 1915-18 furono l’avamposto difensivo della Linea Cadorna

Natura sorprendente
La vegetazione attorno al castello verso nord è continentale, con castagni, pini e larici, mentre sul lago - a Sud - il clima mite ha permesso la crescita di una sorprendente flora mediterranea, con agavi, rosmarini e soprattutto un uliveto da cui si ricava il nobile olio extravergine “Laghi Lombardi, Lario”.

Falconeria al castello
C’è un solo spettacolo che può interrompere la contemplazione di questo luogo: l’addestramento dei rapaci. L’addestramento dei rapaci fa venire qui un pubblico numeroso ma rispettoso Da qualche anno il Castello ospita un centro per rapaci che fa rivivere l’atmosfera di un tempo, tra falconi e falconieri. Si possono vedere da vicino gli esemplari, cresciuti in cattività e perfettamente ambientati, si può approfondire la loro biologia, scoprire i metodi di addestramento dell’antica Falconeria immutati nei secoli, e ammirare le esibizioni di volo. I rapaci sono esposti tutti i giorni tempo permettendo. Dopo i rapaci sono sistemati nei ricoveri notturni. Nel Castello sono custoditi resti di armi e armature e i calchi del Lariosaurus, un rettile acquatico estinto, lungo un metro, che vi abitò quando l’Europa non era ancora emersa dalle acque

Riposo contemplativo tra… i fantasmi
Il castello ha mura perimetrali a merlatura quadrata e circonda una torre dalla cui sommità si gode un panorama a 360°. Il percorso sulla sommità della roccia è abbellito da sculture di legno di artisti della zona e da figure affacciate alle balconate che a prima vista paiono fantasmi, come in ogni maniero che si rispetti. Questi sono calchi ottenuti da visitatori del castello visitatori che volentieri si sono prestati a farsi coprire da una colata di gesso, protetti da un mantello. I fantasmi di gesso restano li fino all’inverno, quando pioggia e neve li scioglieranno.

Il panorama del lago dalla torrre
Il Castello, così isolato e severo nelle linee, e il giardino degli ulivi hanno una spiritualità che induce a sostare e passeggiare, abbandonando ogni pensiero. Dalla torre del castello uno dei panorami più belli del lago. Nel panorama spicca il promontorio di Bellagio che divide in due il lago nei rami di Lecco, a sinistra, e quello di Como di fronte. Si può vedere da lontano la penisola di Ossuccio, e la costa da Cadenabbia a Menaggio. La distanza fa capire l’equilibrio tra le montagne e i villaggi costieri, in un silenzio tutto attorno. Neppure il rombo e le sirene dei piroscafi salgono fin qui, così che sembrano le barchette dei bambini in una vasca d’acqua blu.

Come raggiungerlo
Il Castello si raggiunge in auto da Varenna, in direzione di Vezio. Dopo pochi tornanti sotto l’abitato c’è un parcheggio. Si attraversa il paese e si arriva al bar che è anche biglietteria e centro informazioni in diverse lingue. La visita inizia dal vialetto che fiancheggia il giardino degli ulivi, dove improvvisamente si apre la vista sul centro del lago. Vezio si raggiunge anche con una facile camminata da Varenna, all’altezza di Villa Monastero è segnalato il sentiero Scabium. Questo a sua volta incrocia il Sentiero del Viandante che a mezzacosta va da Abbadia Lariana a Colico, ulteriore percorso per far tappa all’abitato. Il sito è sempre aperto da marzo a novembre, dalle 10.00 al tramonto. Le esibizioni di Falconeria sono frequenti; su prenotazione sono possibili laboratori e spettacoli